Può un pasticcino essere brutto? Sì. Ma vale anche un no, perché seppure brutto, un pasticcino può essere buono. E di conseguenza diventare bello. Come i Brutti e Buoni di Gavirate.
E tutto questo si intuisce chiaramente, senza neanche scomodare più di tanto il principio filosofico della complementarietà tra Bello e Buono, per il quale ciò che è bello non può non essere buono; ma ciò che è buono è sempre necessariamente bello.
Pura verità, e non solo quando si tratta dei Brutti e Buoni di Gavirate creati da Costantino Veniani. Basta pensare ai principi dell’arte classica che nulla (forse) hanno a che vedere con la pasticceria, ma è risaputo, che per tali principi è brutto tutto ciò che risulta scomposto.
Una statua che non ha armonia, come tutto ciò che disegnato e scolpito appare nel risultato finale grottesco, comico, troppo carico. Un pasticcino brutto non è una vergogna (se è buono!) ma una statua priva di armonia nell’arte classica sì che lo è, perché nega in poche parole quella bellezza liturgica regolata da senso e simmetria.
Un pasticcino brutto, sgraziato, irregolare, frantumato, sbriciolato e raccolto in una velina ha senso e risulta bello perché è buono (anche se nasce brutto) ed è assimilabile all’idea di quella bellezza che ha senso definirla tale, perché bontà. Il pasticcino brutto solo allora diventa bello e non denota più degenerazione o errore.
E’ un pò quel senso che si cerca in tante opere d’arte contemporanea, quando qualcosa di orribile passa sotto in nostri occhi.
Filosofia dell’arte a parte, i bocconcini Brutti e Buoni a base di mandorle e nocciole, che vengono incartati in coppia, nascono nel 1878, a Gavirate, sulle sponde del Lago di Varese e li inventa Costantino Veniani che nel 1875 acquista insieme a sua moglie Giuseppina Anderwill una locanda per trasformarla in pasticceria.
Veniani produrrà tanti altri dolci, torte, pasticcini e biscotti, nonché aperitivi e vermut ma rimarrà nella storia per i suoi Brutti e Buoni, i preferiti di Giuseppe Verdi, Giosuè Carducci e la Regina Elena di Savoia.
Da 140 anni i Brutti e Buoni continuano a essere prodotti artigianalmente. Oggi è la quinta generazione dei Veniani che continua a metterci la stessa passione del loro antenato che conquistò premi e riconoscimenti come la Medaglia d’oro per i Brutti e Buoni all’Esposizione Campionaria di Roma; la Medaglia di bronzo all’Esposizione Regionale Varesina del 1886; la Medaglia di bronzo all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906.
E soltanto un occhio ineducato al bello, può, per davvero, ritenerli brutti!
Pasticceria Veniani Piazza Matteotti, 4 Gavirate
Apertura dal martedì alla domenica, al mattino dalle 7.30 alle 13.00.
Al pomeriggio dalle 14.00 alle 19.30.